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IRCCS Candiolo: la ricerca e la clinica in Oncologia

Bisogna dire che in parte è stata una sorpresa constatare che il Cancro, parola che per decenni è stata demonizzata al punto da non sentirla mai pronunciare (il male incurabile, una brutta malattia, un male che non perdona, la malattia del secolo, ecc.) abbia suscitato tanto interesse. È vero, la serata con i due illustri e piacevoli Direttori Piero Fenu e Gianmarco Sala trattava dell’I.R.C.C.S. di Candiolo, una struttura conosciutissima dall’utenza sanitaria e all’avanguardia in Italia e nel Mondo, ma evidentemente si è giunti anche alla presa di coscienza che i tumori, purtroppo, fanno parte della vita e con essi abbiamo imparato a convivere, nel bene e nel male. E questo è uno dei concetti sviluppati dal Direttore Sanitario Piero Fenu nel corso della serata al Relais “Bella Rosina” di Fiano. Molti tumori vengono sconfitti dalle terapie più avanzate oggi disponibili (chemio-, immuno-, radio-terapia, chirurgia), ma se non si riesce a debellarli definitivamente, è possibile prolungare la sopravvivenza, fino a quando sopravviene il decesso, magari per cause di altra natura: si può convivere con il cancro per molti anni anche in stato di discreto benessere! Abbiamo a disposizione attrezzature avanzatissime: robot chirurgici, TC e RMN di nuova generazione (tema della serata a Ivrea), angiografo, PET, acceleratori lineari, radiotomografi, ecc. tutte disponibili all’Istituto di Candiolo per i pazienti piemontesi e non solo, in continua evoluzione e quindi con la necessità di essere spesso aggiornate o sostituite. Questo naturalmente fa lievitare i costi delle prestazioni sanitarie, ma riduce la durata dei ricoveri e il rischio di complicanze: la politica dell’Istituto è offrire tutte le possibilità di cura a tutti, anche grazie all’utilizzo di un “robot farmacista” che predispone e controlla i dosaggi dei farmaci chemioterapici. Altro tema è stato il rammarico che in Piemonte Candiolo sia l’unico IRCCS dal 2013 (Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico) contro i 17 presenti in Lombardia e i 51 presenti complessivamente in Italia tra pubblici e privati. L’iter è lungo e complesso, ci ha spiegato Fenu, e richiede revisioni e controlli da parte degli ispettori ministeriali ogni 2 anni, ma un incremento in Piemonte porterebbe un notevole aumento del già eccellente livello qualitativo delle prestazioni sanitarie specialistiche e del prestigio della sanità piemontese. Dal 2022 il Centro di Candiolo fa parte del Network OECI (Organisation of European Cancer Institutes), riconoscimento internazionale di assoluta eccellenza. Ogni anno in Italia 400.000 persone si ammalano di cancro. L’Istituto conta 150 posti letto, 42.000 pazienti trattati nel 2024, 5.000 ricoveri, 3.200 interventi chirurgici, oltre un milione di prestazioni ambulatoriali. Vi lavorano oltre 800 persone. Questo per la parte clinica, a cui si associa il settore della ricerca, con 40 laboratori, 300 ricercatori, 1.600 lavori pubblicati nel 2024, 50.000 segnalazioni sulle riviste internazionali. Oltre alle tradizionali chemioterapia e radioterapia, le nuove frontiere del trattamento oncologico sono la terapia personalizzata a bersaglio molecolare sui marcatori specifici tumorali; l’immunoterapia, in particolare sui tumori polmonari e sui melanomi metastatici, particolarmente resistenti; la terapia con linfociti killer per il trattamento delle leucemie e non solo. Tra un paio d’anni sarà operativa, su un’area di 3.000 mq, la biobanca, per gestire e conservare campioni cellulari e tessutali, patrimonio biologico a disposizione degli studi sulla genesi dei tumori, sulla risposta dei tumori alle terapie, sull’insorgenza dei meccanismi di resistenza. Ha preso poi la parola il Dr. Gianmarco Sala, Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, nonchè figlio del grande Claudio Sala, che per la popolazione di fede granata rappresenta un valore aggiunto. La Fondazione nasce nel 1986, su un’area di proprietà della Fiat, da un’intuizione di Allegra Agnelli, già Presidente dell’AIRC – Comitato Piemonte Valle d’Aosta, allo scopo di far nascere una fondazione autonoma a carattere regionale, per gestire un istituto piemontese di ricerca sul cancro, sul modello milanese. I primi laboratori vengono messi a disposizione nel 1992 e si sviluppa un pezzo alla volta: si attivano i primi ambulatori, nel 2013 nasce l’IRCCS, nel 2016 viene realizzata la seconda torre. Oggi la struttura si sviluppa su 55.000 mq, ma il piano di sviluppo prevede altri 20.000 mq di laboratori e strutture di ricerca. La pandemia ha rappresentato un punto di svolta per molte strutture sanitarie e per l’Istituto, che non ha mai smesso di funzionare, e una sfida della ricerca, perché nel giro di un anno è stato messo a punto un vaccino, cosa che non era mai successa, e la tecnologia utilizzata è stata poi applicata all’oncologia. Arriveranno altri vaccini terapeutici, uno esiste già ed è quello contro il Papillomavirus. La ricerca ha bisogno di molti fondi e Candiolo progredisce grazie alle iniziative e alle attività promozionali con molti enti e istituzioni pubbliche e private, ai donatori, al 5 per mille, alle eredità e ai lasciti testamentari. C’è molta sensibilità da parte della popolazione e delle varie componenti della società per il Centro di Candiolo, forse anche perché, al di là della grande consapevolezza nei confronti del cancro, come detto, la struttura viene percepita come strettamente appartenente al territorio piemontese. E i piemontesi hanno sempre dimostrato grande attaccamento all’Istituto. Un centro di ricerca ben avviato e conosciuto è anche attrattivo nei confronti dei ricercatori e questo rappresenta una bella scommessa per il rientro dei cervelli in Italia. I due relatori sono stati cortesissimi, efficaci e brillanti, attirando l’attenzione dei presenti, e hanno dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, grande conoscenza, competenza, orgoglio professionale e senso di appartenenza alla struttura, che compendia lavoro, talento, innovazione, speranza, futuro e generosità. E noi rotariani questi valori dovremmo conoscerli bene. Al termine, a testimonianza del grande interesse suscitato su questo tema, così ben esposto dai due relatori, si è sviluppato un vivace dibattito che ha toccato ulteriori aspetti inerenti al tema della serata.

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