Nella serata del 28 ottobre, il Rotary Club Cirié Valli di Lanzo ha ospitato un relatore d’eccezione: Andrea Vuolo, meteorologo e divulgatore scientifico di fama nazionale.
Con chiarezza e passione, Vuolo ha accompagnato i presenti in un viaggio affascinante tra meteo e clima, due termini spesso confusi ma che in realtà rappresentano discipline molto diverse.
“La meteorologia studia l’evoluzione futura dello stato dell’atmosfera, mentre la climatologia analizza i dati del passato, su intervalli di almeno trent’anni”, ha spiegato Vuolo.
“La meteorologia è una scienza esatta, basata su leggi fisiche precise: l’imprevedibilità non dipende dall’imprecisione della scienza, ma dal carattere caotico dell’atmosfera”.
Dalla teoria alla realtà: eventi estremi sempre più frequenti
L’incontro è proseguito con una panoramica sui recenti fenomeni meteorologici estremi che hanno colpito il Piemonte e l’Italia settentrionale: piogge torrenziali, grandinate record, e lunghi periodi di siccità alternati a precipitazioni violente.
Vuolo ha ricordato come, nell’alluvione che ha interessato le valli piemontesi, si siano registrati oltre 600 mm di pioggia in soli due giorni, metà della quantità annua. E come eventi grandinigeni con chicchi di 10-12 cm di diametro siano ormai diventati realtà anche in pianura padana.
“Negli ultimi dieci anni – ha sottolineato – gli episodi di grandine sono più che raddoppiati, e la dimensione media dei chicchi è triplicata”.
Un quadro preoccupante, confermato dai dati regionali: dal 1958 le temperature medie in Piemonte sono aumentate di 2 gradi, con conseguenze evidenti sull’ambiente alpino, sui ghiacciai e sulla frequenza di eventi meteorologici estremi.
Un cambiamento climatico “accelerato”
Il relatore ha illustrato come il bacino del Mediterraneo sia considerato oggi un “hotspot climatico”, ovvero un’area in cui il cambiamento climatico avanza più rapidamente rispetto ad altre zone del pianeta.
Le cause sono note: l’aumento della temperatura superficiale del mare (fino a +7° rispetto alla media stagionale in estate), la maggiore evaporazione, e i contrasti termici più violenti che danno origine a perturbazioni più intense.
Non mancano, ha ricordato, le ripercussioni locali: inverni sempre più miti, nevicate tardive o assenti sotto i 1.200 metri, e una crescente difficoltà a mantenere la neve al suolo, con effetti anche sul turismo montano.
Meteo, divulgazione e fiducia nella scienza
Uno dei momenti più interessanti della serata è stato il dialogo tra Vuolo e i soci rotariani, che hanno posto domande su temi di grande attualità:
l’innalzamento del livello del mare, la qualità della pioggia, l’attendibilità dei siti meteorologici e la comunicazione del rischio.
“Il compito di un meteorologo – ha detto Vuolo – è anche quello di trasmettere conoscenza con passione, senza creare allarmismo ma con rigore scientifico.
La meteorologia deve entrare nella vita quotidiana come strumento di consapevolezza e prevenzione.”
Vuolo ha anche chiarito la differenza tra i vari portali meteo, invitando a consultare fonti gestite da professionisti certificati e a leggere sempre le previsioni testuali, più affidabili delle semplici icone delle app.
Conoscere per adattarsi
A conclusione del suo intervento, il meteorologo ha lasciato un messaggio forte e realistico:
“Non possiamo fermare il cambiamento climatico, ma possiamo adattarci.
E per adattarci dobbiamo conoscere, informarci, e interpretare correttamente gli strumenti che abbiamo a disposizione, come i bollettini di allerta.
La prevenzione comincia dalla consapevolezza.”
Il Rotary e la cultura scientifica
La serata si è conclusa con un momento conviviale, nel tradizionale spirito rotariano di amicizia e approfondimento culturale.
La nostra presidente ha ringraziato Andrea Vuolo per la sua disponibilità e chiarezza, sottolineando come incontri di questo tipo rispecchino pienamente la missione del Rotary: diffondere conoscenza e promuovere il dialogo tra scienza, società e ambiente.
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